La pratica di ridurre tramite il fuoco le salme risale ad oltre 3000 anni fa in molte parti del mondo, ma nell’Europa Occidentale è rimasta abbastanza rara fino al XIX secolo. Infatti, pur essendo praticata dai Greci e successivamente anche dai Romani, con la diffusione del Cristianesimo la Cremazione cadde in disuso a favore della Sepoltura, oltre che per ragioni strettamente religiose, anche per la penuria di legname (all’epoca l’unico combustibile) alla fine dell’Impero Romano. Anche Napoleone Bonaparte si pronunciò contro la cremazione con l’Editto di Saint Cloud del 1805 che istituì l’obbligo di inumazione nei cimiteri extraurbani.
Le uniche eccezioni furono dovute alle epidemie di peste del XVII secolo e purtroppo ad eventi tragicamente noti come gli stermini di massa perpetrati durante le guerre e le occupazioni.
Nel 1963 con il Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica si pronunciò in favore dell’inumazione come pratica tradizionale della Chiesa, pur non vietando espressamente la cremazione, a condizione che la scelta non derivasse dalla negazione di dogmi Cristiani.
La CEI, nel Libro delle Esequie del 2 marzo 2012 sancisce un “si” alla cremazione, condizionato alla conservazione delle ceneri all’interno dei cimiteri, concedendo quindi la pratica della cremazione, ma senza lo spargimento delle ceneri.
La maggior parte delle Chiese Protestanti invece non solleva alcuna obiezione a questa pratica, mentre le Chiese Ortodosse la vietano in modo assoluto.
Dal punto di vista legislativo, l’Italia è stata abbastanza lenta a normare la cremazione, anche se non vietata fin dagli anni ’70 del ‘900, le prime norme risalgono alla fine degli anni ’80 del ‘900.
Inizialmente ostacolata da una burocrazia complessa e farraginosa, con il nuovo millennio, prima le regioni e ora anche lo stato si stanno adeguando ad una pratica ormai consolidata, anche nell’ottica del fatto che purtroppo gli spazi nei cimiteri, soprattutto in città, stanno diventando problematici.
Ad oggi la cremazione viene sempre più utilizzata, e sia lo spargimento delle ceneri che la conservazione in casa costituiscono usanze che, pur vietate dalla Religione Cattolica, è legalmente autorizzata, anche se con alcune limitazioni. Basti pensare che si è passati dal circa un 6’000 cremazioni nel 1990 ad oltre 75’000 nel 2010.
La cosa più importante da considerare è che per ottenere l’autorizzazione alla cremazione occorre documentare in modo inequivocabile la volontà del defunto: tramite indicazioni precise nelle disposizioni testamentarie, con l’iscrizione ad una società per la cremazione, oppure affidando le proprie volontà ai parenti più prossimi che dovranno certificarle in modo congiunto.